I primi dati risalenti alle saline di Pirano sono menzionati già nel 13° secolo. La più grande espansione è stata vista al tempo della Repubblica di Venezia, mentre alla metà del 19° secolo sono entrate in crisi dalla quale era stato difficile da raccogliere. Le saline in Capodistria e Lucia non esistono più; sono rimaste solo quelle in Strugnano e di Sicciole.
I primi dati risalenti alle saline di Pirano sono menzionati negli statuti della città di Pirano già nel 1274. Essi dimostrano che le saline di Pirano hanno avuto un forte impatto sullo sviluppo economico della città di Pirano. Le più grandi saline erano quelle di Sicciole, che si sono espanse grazie alle favorevoli condizioni ambientali. Durante il periodo della Repubblica di Venezia, in particolare nella metà del 15° secolo, il governo veneziano, per cause di sicurezza strategica, fece aumentare la produzione ampliando così le saline di Pirano come le più grandi della costa adriatica orientale. (Pogorelec, 2006).
Nel 1557 la peste colpì fortemente Pirano. A causa della mancanza di manodopera, le saline furono state sospese. All’inizio del 17° secolo, le saline conobbero la loro progressiva ricrescita; (Apollonio, 2005), furono ampliate in modo significativo e vi furono costruite numerose dighe, canali, pompe, ponti e case dei salinari (Skoberne, 1988). Tuttavia, in generale, la produzione del sale fino al 18° secolo rimase molto arretrata rispetto alla produzione di altri beni di prima necessità (olio, pesce, carne) (Pogorelec, 2006).
Dopo il passaggio del dominio austriaco (1797), le saline sono progressivamente evolute, non solo a Pirano, ma anche in generale nel nord dell’Istria, come Capodistria e Muggia (Darovec, 2001, in: Pogorelec, 2006). Un nuovo colpo, l’industria salifera, l’ha subito nella metà del 19° secolo. Le numerose guerre per l’Unità d’Italia hanno fortemente contribuito alla decadenza del dominio austriaco nella penisola appenninica, nonché nel mercato del sale (Pogorelec, 2006). La concorrenza fu anche forte, data dai bassi prezzi del sale importato dalla Sicilia e dall’ Africa del nord (Apollonio, 2005). In seguito, la produzione di sale diminuì gradualmente; le saline in Capodistria e Lucia sono furono abbandonate. Oggi esistono solo le saline in Strugnano e, in parte, quelle di Sicciole. (Skoberne, 1988).
Traduzione nell’ italiano: Alen Zubin.
LETTERATURA:
Skoberne, P. (1988): Sto naravnih znamenitosti Slovenije. Ljubljana: Prešernova družba.
Pogorelec, Š. (2006): Sečoveljske soline – antropološka interpretacija krajine od povojnega obdobja do danes: doktorska disertacija. Ljubljana.
Apollonio, A. (2005): Piranske soline in njihov pomen v preteklih stoletjih. V: Piranska sol (ur. A. Apollonio et al.). Ljubljana: DZS; Portorož: Soline.