La linea ferroviaria Trieste – Buie – Parenzo, meglio conosciuta come ferrovia Parenzana, era una linea a scartamento ridotto, di tipo bosniaco (760 mm), che partendo da Trieste s’inoltrava nella regione istriana raggiungendo Buie e in seguito anche Parenzo.
Nella seconda metà del XIX secolo la legge sulla costruzione delle ferrovie locali accelerò la realizzazione di una serie di linee ferroviarie locali nell’Impero asburgico. Un tratto specifico era la linea a binario stretto, di soli 0,76 m, costruita sulla base delle esperienze maturate dalle autorità austriache nella costruzione di questo tipo di ferrovie in Bosnia ed Erzegovina. Poiché la larghezza contenuta del binario si dimostrò un successo tecnico oltre che economico, il progetto della costruzione di una ferrovia a binario stretto da Trieste a Parenzo fu approvato. I lavori si svolsero senza grandi difficoltà, il tratto della linea tra Trieste e Buie fu inaugurato il 1° aprile 1902, mentre l’intero percorso della lunghezza di 123 km che si snodava fino a Parenzo venne aperto nel dicembre dello stesso anno.
La linea collegava Trieste alla penisola di Savudria attraverso Rabuiese, Decani, passando per Capodistria e Isola, fino a Portorose, Sicciole, e poi indietro via Buie e Grisignana nella valle del fiume Mirna, attraverso Montona e Visinada fino a Parenzo. La linea fu nominata nella Gazzetta Ufficiale »Parenzanerbahn«, da cui gli italiani derivarono il nome Parenzana. Il traffico sulla linea fu destinato ad aumentare fino alla Prima guerra mondiale subendo invece un calo sostanziale durante il conflitto. In seguito, il territorio fu occupato dal Regno d’Italia che si assunse con il trattato di pace di Saint Germain, anche tutti gli obblighi relativi alla concessione e dal finanziamento per il normale funzionamento della linea. Nonostante le iniziali aspettative, in seguito alla crisi economica che colpi l’Istria nel 1929 la linea funziono soltanto fino al 1935, allorché venne abolita dalle autorità italiane. I treni e le parti mobili della linea furono in parte tagliati per ferraglia, in parte venduti in Sicilia; sono rimasti solo il percorso, gli edifici delle stazioni, i viadotti e le gallerie. A Isola e conservato l’edificio della stazione. (Darovec, 2010)
Fonte:
1. DAROVEC, D. (2010). Tra i monumenti di Isola : guida storico-artistica del patrimonio artistico di Isola = Die Stadt Izola erkunden : Reiseführer durch die kunsthistorischen Sehenswürdigkeiten der Stadt Izola, Koper : Univerza na Primorskem, Znanstveno-raziskovalno središče, Založba Annales