Ubald Vrabec (1905-1992) era un compositore e musicista triestino sloveno.
Ubald Vrabec frecquentò la Scuola di Glasbena matica nel Narodni dom, dove iniziò a studiare violino, successivamente anche pianoforte e canto. Il 3 luglio 1920 si esibì al Narodni dom nell’ambito della serata musicale che vide protagonisti allieve e allievi della scuola di musica, che suonavano anche nell’orchestra d’archi della Glasbena matica.
Il vortice di violenze del primo dopoguerra e le pressioni dei fascisti indussero sempre più intellettuali sloveni a emigrare in Jugoslavia. Nell’autunno del 1929 anche Ubald Vrabec lasciò Trieste alla volta dell’Argentina, insieme alla moglie Ema Gombač,.
L’esperienza da emigrante in America Latina lasciò in Vrabec un’impressione molto negativa, facendogli anelare il ritorno. Nel 1931 si trasferì a Maribor città in cui molti sloveni del Litorale si erano trasferiti a causa delle politiche fasciste nella Venezia Giulia. Nella cittadina della Stiria diresse vari cori (Grafika, Jadran, Nanos) e insegnò all’Accademia di musica (Glasbena matica) di Maribor e ne fu direttore per diversi anni (1933-1936).
Nel 1941 Vrabec fece ritorno a Trieste. Trovò lavoro presso la casa editrice Casa musicale giuliana. Su invito di Marija Milkovič Vrabec diresse per un anno il coro di voci bianche sloveno clandestino nel paesino carsico di Gropada, per il quale adattò alcune canzoni popolari e partigiane. Nel 1942 si unì al comitato territoriale del Fronte di Liberazione sloveno.
Dopo la guerra bisognava prendersi cura della crescita culturale degli sloveni del Litorale. Nel 1945 Ubald Vrabec divenne il referente musicale del Comitato provinciale di liberazione nazionale per il Litorale sloveno aTrieste, occupandosi della formazione musicale dei coristi dato che all’epoca già la stessa conoscenza della lingua slovena rappresentava una difficoltà.
Ubald Vrabec diresse diversi cori nella Trieste postbellica (tra cui il coro misto “Slavko Škamperle” di San Giovanni, il coro maschile “Lipa” di Basovizza, il coro parrocchiale di Opicina e altri ancora a Barcola e Aurisina) e collaborò con l’emittente radiofonica della città. Per i concerti radiofonici costituì dapprima un quintetto misto (1945), dopodiché altri coristi si aggiunsero al gruppo e nacque così il Coro da camera Komorni zbor, che si esibiva settimanalmente dapprima sulle frequenze della stazione radio di Trieste, poi anche all’emittente radiofonica di Capodistria. Inoltre il coro si esibiva ai vari concerti nel Litorale e in generale in Slovenia.
Nel corso del tempo il “Komorni zbor” aumentò il numero dei coristi e nel 1960 venne ribattezzato, in onore del compositore cragnolino tardorinascimentale Jacobus Handel Gallus. Il coro ‟Gallus” si esibì in vari concerti e partecipò con successo a competizioni canore in Italia e in Slovenia in cui ottenne ottimi posizionamenti.
Il lavoro artistico di Ubald Vrabec raggiunse l’apice fra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando musicò e arrangiò vari brani di contenuto sacro e profano per cori virili, femminili e di voci bianche.
Vrabec si dedicò anche alla teoria musicale. Tenne conferenze in tema di tecnica vocale e composizione, diede risalto alle difficoltà insite nella direzione corale e sviluppò riflessioni sulla critica culturale.
Dal 1949 al 1951 Ubald Vrabec insegnò presso la Glasbena matica di Trieste violino, armonia, canto corale, musica d’insieme, coro vocale, teoria, solfeggio e direzione d’orchestra. Compose anche per le necessità dell’orchestra scolastica e scrisse di tecnica vocale e direzione di coro. Al contempo, fra il 1956 e il 1958, tenne un corso per maestri di coro.
Negli anni 1972-1977 diresse il coro della chiesa serbo-ortodossa di Trieste.
Già in Argentina Vrabec curò il giornale satirico Čuk na palici e nemmeno dopo la guerra rinunciò a contribuire a un tipo di pubblicistica particolarmente pungente. Dal 1952 al 1969 uscì a Trieste, seppur saltuariamente, il foglio satirico 1. april, per la maggior parte curato da Vrabec in persona.
Nel periodo 1958-1968 il Primorski dnevnik pubblicò la rubrica satirica Mihec in Jakec, per la quale il compositore scriveva in dialetto. Dopo una breve interruzione fu trasferita sul settimanale Novi list e Vrabec vi contribuì dal 1972 fino al 1983.
Una triade di personaggi dalle idee diverse (Sergij Pahor, Saša Rudolf e Ubald Vrabec) fondò l’Opposizione extraparlamentare slovena, a cui dava voce il foglio Sveder. Il loro pensiero si fondava sul rifiuto delle promesse dei partiti parlamentari, ritenendo che non si curassero a sufficienza dello sviluppo della minoranza slovena in Italia.
L’entusiasmo iniziale andò lentamente scemando, anche perché il Maestro iniziò a dedicare sempre più energie alla composizione dell’opera Tolminski puntarji.
Nel periodo triestino Vrabec compose una serie di opere strumentali, quali Vesela simfonija, Scherzo, Mali koncert za orkester, Divertimento, Ritmične impresije, ma su commissione compose anche musica da camera (Mala suita za flavto in čembalo, Preludij za klavir, violino in violončelo, Suita za godalni orkester) e brani sinfonici (Štiri dobe ali Naša pot, Škocjanske jame, Le vkup uboga gmajna).
La maggior parte delle composizioni strumentali di Vrabec è rimasta a livello di manoscritto oppure se n’è avuta un’unica esecuzione. Fra i lavori più importanti figura la Kratka simfonija, tuttora sottoforma di manoscritto e che nel 1967 valse a Vrabec un premio internazionale per musica sinfonica.
Nella seconda metà degli anni Ottanta Vrabec scrisse la sua unica opera, Tolminski puntarji, sulle rivolte contadine a Tolmin, su libretto di Janez Dolenc, elaborato sulla scorta di fonti storiche e scene del romanzo di Ivan Pregelj Tolminci. L’opera venne presentata in concerto d’opera nel 1989 a Gorizia, Lubiana e Trieste.
Vrabec mori a 87 anni il 27 gennaio 1992. Nel 2005 le associazioni culturali slovene di Trieste celebrarono il centenario della nascita di questo grade compositore, uomo di cultura e personaggio pubblico con una conferenza e l’apposizione di una targa sulla scalinata Belvedere di Trieste. La targa venne collocata nel luogo in cui un tempo si trovava la sua casa natale.